ASCOLTARE DAVVERO – Capitolo 3/5: Il ritorno del vinile non ci salverà

Villalobos, il vinile, la notte. Tutto magnifico. Ma è davvero questo che ci salverà?

🎧 La fascinazione del vinile

Negli ultimi dieci anni il vinile è tornato a occupare scaffali, mercatini, vetrine e feed social. Le vendite sono aumentate a doppia cifra, le fiere di settore si moltiplicano e ogni uscita sembra avere anche una versione “limited”. C’è chi lo chiama resistenza, chi nostalgia, chi bisogno di concretezza in un mondo digitale.

È vero: il vinile ha qualcosa di affascinante. Il suono più caldo, l’oggetto da toccare, la copertina da sfogliare, il gesto rituale di posare la puntina. Ma questo ritorno corrisponde davvero a un ascolto più consapevole?

⚡️ Cosa significa davvero questo ritorno?

Oggi molte copie vengono acquistate ma mai ascoltate. Restano incellophanate, archiviate come pezzi da collezione o oggetti da esposizione. E quando vengono suonate, spesso accade su giradischi economici da 60 euro, senza peso sul braccio e con suono metallico.

È davvero questo il “ritorno all’analogico”? Oppure è solo un altro feticcio da mostrare? Un disco da 40 euro è sostenibile solo per alcuni, spesso acquistato più per status che per passione.

🛢️ Costi, sprechi e contraddizioni

Stampare un vinile nel 2025 costa. I piccoli artisti spesso non riescono a permetterselo. Le tempistiche possono superare i sei mesi. Le tirature minime scoraggiano le produzioni indipendenti. Il risultato è che sempre meno musica nuova riesce a essere stampata senza l’intervento di etichette maggiori.

In più, l’impatto ambientale è tutt’altro che trascurabile: PVC, inchiostri, trasporti intercontinentali. Il vinile è bello, ma è sostenibile solo se prodotto con attenzione, e acquistato con un vero intento di ascolto.

🦖 Il rischio della nostalgia

Spesso, dietro al ritorno del vinile si nasconde un desiderio di passato. Ma la nostalgia non è sempre una buona consigliera. Guardare indietro può farci perdere il presente, e dimenticare che l’ascolto è prima di tutto un atto di presenza.

Chi ascolta in streaming può essere attento e curioso. Chi ascolta in vinile può essere distratto o superficiale. Il formato non è una garanzia di profondità. Lo è l’intenzione con cui si ascolta.

✅ Conclusione

Il vinile non ci salverà. Ma nemmeno lo streaming ci rovinerà. È il nostro atteggiamento che fa la differenza. Ascoltare davvero non significa scegliere un supporto. Significa scegliere di dare valore al tempo dell’ascolto. Di fermarsi. Di restare. Di farsi toccare.

E forse, a quel punto, il vinile tornerà a essere quello che era all’inizio: non un simbolo, ma uno strumento. Per ascoltare davvero.


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