🎥 La forma del silenzio – Sakamoto & Alva Noto per Dancity 2011

Un incontro tra ascolto e vibrazione, al confine tra umano e macchina.

Nel 2011, Dancity ospitò una delle sue pagine più luminose e raccolte. Al centro di quella preview c’erano Ryuichi Sakamoto e Carsten Nicolai, alias Alva Noto: due artisti che, pur partendo da linguaggi diversi, hanno composto insieme un codice sonoro fatto di pause, frammenti, tensioni invisibili.

Il progetto presentato, “S”, andò in scena al Teatro Morlacchi di Perugia come gesto di cura e di presenza: un concerto benefico, con l’intero incasso devoluto alle vittime del terremoto in Giappone. Ma non fu solo solidarietà: fu un rituale laico, una forma d’ascolto condiviso.

Durante l’intervista rilasciata poche ore prima, Sakamoto racconta:

“Ero a Tokyo, stavo registrando. Aspettavo un musicista quando iniziò il terremoto. All’inizio sembrava uno dei tanti… poi capii che era diverso. L’intero edificio tremava. Tenevo fermi i microfoni e gli strumenti, invece di scappare. Questa è la natura del musicista.”

Alva Noto aggiunge: “Summvs è una riflessione sull’essenzialità. Dopo aver lavorato con Ensemble Modern, volevamo tornare al punto di partenza: il pianoforte e l’elettronica, nudi.”

Il loro live non era un’esibizione, ma una scultura di spazi. “Mi interessa ciò che succede nei bordi”, dice Nicolai. “Disegno soglie sonore, non pieni. Lo spazio vuoto è parte della composizione.

Sakamoto aggiunge con la sua consueta sobrietà: “Il silenzio è il suono più puro.”

Il pubblico quella sera ascoltava in apnea. Nessuno tossiva. Nessun cellulare squillava. L’ascolto si era fatto attenzione collettiva, quasi religiosa. Un miracolo possibile solo quando l’artista rinuncia all’esibizione e si fa tramite.

Lo scenario era minimale: “Dopo il tour ‘Insen’, molti si aspettavano certi elementi: lo schermo lungo, il pavimento bianco, il pianoforte a sinistra, il mio banco a destra. È una questione di design del suono, ma anche dello spazio.”, racconta Alva Noto.

In un’epoca dominata dal rumore e dalla fretta, quell’evento ha lasciato un segno. Non solo musicale, ma umano. Il suono si era fatto silenzio. E nel silenzio, la forma dell’empatia si è manifestata.

🎥 Intervista video integrale a Sakamoto e Alva Noto, registrata poche ore prima del live al Teatro Morlacchi:


Io c’ero – Ricordi dal pubblico

“Quella sera era tutto perfetto. Nessuno parlava. C’era rispetto, quasi una tensione religiosa. Mai più vissuto un ascolto così.”
— testimone anonimo, 2011

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